Il Salone del Mobile 2022: la sfida sostenibile
Si è da poco concluso il tradizionale evento del Salone Internazionale del Mobile, la più importante fiera e punto d’incontro a livello globale del settore arredamento con 2.000 espositori e oltre 800 eventi sparsi nel cuore di Milano. Al centro della 60° edizione, neanche a dirlo, il tema della sostenibilità e dell’economia circolare, fortunatamente temi sempre più vivi nel dibattito pubblico e tratto distintivo del modello di business di Global Power Plus.
L’arredamento riparte da un approccio Eco: lo si percepisce dalla scelta dei materiali, spesso riciclati, dai processi di costruzione e assemblamento ripensati in chiave sostenibile. Persino gli stand della fiera sono stati progettati in modo da ridurre l’impatto ambientale.
Quanto visto in Fiera regala sensazioni davvero piacevoli a chi come noi ha sposato la causa del green… Una bella iniezione di fiducia che offusca una 1° fase di transizione ecologica fatta di tanti, forse troppi chiacchiericci, trovate di marketing e green washing. Lo abbiamo ribadito più e più volte: la sostenibilità diverrà sempre più un fattore strategico di crescita per le aziende.
Dopotutto è inevitabile, l’ambiente rappresenta la sfida di questa generazione. Siamo in forte ritardo ma nuove e solide consapevolezze stanno finalmente prendendo forma. La testimonianza più bella e confortante? Le nuove generazioni, con la loro spiccata sensibilità e atteggiamenti responsabili.
Non poteva mancare poi il Fuorisalone, altro tratto distintivo della Milano Design Week.
Il tema che è stato scelto per questa edizione della kermesse è evocativo “Tra Spazio e Tempo”: un chiaro invito a prendere in considerazione i cambiamenti che, oggi più che mai, si ritengono necessari per guardare più serenamente al futuro.
Oltre 800 eventi hanno trasformato il capoluogo meneghino in un vero e proprio museo a cielo aperto, un insieme di luoghi allestiti con grande maestria che hanno contribuito a mettere in luce, come da tradizione, soluzioni dal design decisamente unconventional.
Tra le installazioni, una menzione inevitabile va a Floating Forest, installazione curata da Stefano Boeri che tratta il tema della rigenerazione urbana, anch’essa chiave per la sostenibilità ambientale. Parliamo di un piccolo polmone verde posizionato in Darsena che ha suscitato particolare clamore attirando migliaia di visitatori incuriositi. Un ecosistema costituito da 610 piante di oltre 30 specie diverse che rievoca i benefici della forestazione urbana come luogo di aggregazione e di rigenerazione. Rifugio dove poter smaltire lo stress causato da una quotidianità sempre più frenetica.
Quello dei boschi urbani, è un tema particolarmente sentito da GP+ che da anni sta realizzando nuove aree verdi in tutta Italia. L’ultima cintura verde è stata inaugurata a Vicenza nella zona di San’Agostino in collaborazione con Arbolia, la società benefit creata da Snam e Fondazione Cassa Depositi e Prestiti. Nell’area individuata, situata a sud-ovest della città, vicino ad una pista ciclabile, sono state messe a dimora complessivamente 2.852 piante di differenti specie arboree che a regime consentirà di assorbire fino a 263 tonnellate di CO2 in 20 anni e fino a 612 chilogrammi di Pm10 all’anno.
Tra gli espositori, un plauso alle start-up dell’ecosistema Lifegate Way. Tra queste, Mixcycling, azienda produttrice di materiali alternativi alla plastica a bassissimo impatto ambientale e Deesup che, con l’installazione Circular gallery, ha voluto celebrare la valorizzazione di ciò che già esiste, senza consumo di nuove risorse.
La milanese Hexagro, invece, ha scelto di presentare Living Farming Tree, un orto verticale automatizzato, digitalizzato e modulare che consente a chiunque di noi di accedere al cosiddetto urban farming: produzione a km0, sana e sostenibile. Uno scenario più che plausibile se pensiamo al tasso di crescita della popolazione nelle aree urbane del nostro Pianeta.
Quella appena conclusa è stata un’edizione importante sotto diversi punti di vista. Essere tornati in presenza e aver avvicinato i numeri pre-pandemia è un segnale che ci fa ben sperare…
L’augurio è che questo Salone del Mobile possa fungere da spartiacque per un intero settore, quello dell’arredamento, che ha l’urgenza di ridurre l’impatto ambientale delle proprie logiche produttive.
Per questo non possiamo che sottoscrivere e fare eco all’invito di Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile Milano: “Non possiamo fermarci, ma abbiamo anzi il dovere di accelerare verso soluzioni progettuali, produttive e distributive il più possibile sostenibili, oggi più che mai serve un approccio etico al design, alla sostenibilità che per noi è centrale, alla transizione ecologica del sistema arredo”.